Visualizzazione post con etichetta Italia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Italia. Mostra tutti i post

18 ottobre 2021: il governo draghi e la politica della repressione con fumogeni, idranti e manganelli

Noi di Informazione Oggi condividiamo e sosteniamo queste immagini per il modo in cui vengono onestamente presentate. Ecco come il cosìdetto "governo tecnico draghi" dialoga con chi  pacificamente sciopera perchè non condivide certe direzioni esclusivamente politiche: il governo ordina sgomberi con fumogeni e idranti; polizia e carabinieri, retribuiti dalle tasse dei cittadini, eseguono e assecondano questi ordini, accanendosi contro gente inerme che pacificamente al grido di "Amore, Pace e Libertà", ha manifestato il proprio dissenso, recitando talvolta preghiere compostamente seduta.  
Un governo che in modo determinato vuole essere forte contro il popolo, contro le minoranze che la pensano diversamente. E un'informazione televisiva che riporta solo in minima parte i fatti come realmente sono avvenuti, giornalisti che hanno mostrato immagini di piazza vuota quando invece erano piene  la realtà ben diversa. Quanto ci sentiamo rappresentati da questo governo noi italiani, oggi?
Quali i fatti che stupiscono noi di Informazione Oggi? Il ministro lamorgese ha lasciato fare quello che volevano al rave di Viterbo, ha lasciato assaltare la sede della cgil a forza nuova senza far alzare un dito per "timori per l'ordine pubblico" ma a Trieste è andato con idranti, fumogeni e manganelli contro un presidio pacifico in dissenso e sciopero: questa è l'Italia di oggi, l'italia di draghi e del suo governo tecnico, non più Italia, ma italia.

Che cosa c'è da sperare? Se lanciare gas lacrimogeni e idranti significa dialogo nei confronti di cittadini inermi, ci chiediamo se ci sentiamo rappresentati da questo governo e dalle sue forme di repressione nei confronti dei cittadini.



 


Questa è la storia, lo Stato I





L'italia è paese zerbino e i nostri politici lo stanno affondando?

L'Avv. Mauro Sandri affronta temi di attualità che vedono l'Italia essere diventata zerbino internazionale governato da tecnici che calpestando valori costituzionali individuali e sanitari, legittimano una realtà che si acerba in una suddivisione della società in vaccinati e non vaccinati, "Buoni" e "Cattivi" ignorando le norme europee che indicano espressamente di non creare discriminazioni. Le discriminiazioni, invece, arrivano dall'alto, dalle leggi che dietro ad un perbenismo di facciata e ad indubbi benefici sanitari che però, estendendosi a tutti, ignorano i singoli casi, le eccezioni, presentando intolleranze inqualificabili in termini etici, di diritto e sanitarie. Con una classe politica come la nostra, dove pensiamo di andare a livello internazionale? Quale credibilità abbiamo se la politica ostacola il lavoro, l'animo dei singoli e la produttività e favorisce le divisioni e la difficoltà?

 

2 ragazzi sequestrati dalle forze dell'ordine, ma con quale motivazione?

2 ragazzi sequestrati dalle forze dell'ordine, ma con quale motivazione? Immagini inqualificabili nelle quali due manifestanti vengono portati via dalle forze dell'ordine senza alcuna ragione plausibile rilevabile dal video. Il ragazzo afferma che è stato portato via per non aver fornito le sue generalità. La ragazza sta parlando, risponde ad un intervista quando viene sequestrata di fronte allo stupore della gente. Ma cosa sta succedendo? Gli agenti in particolare non hanno fornito alcuna motivazione alla gente presente attonita e stupita. Di cosa sono imputati questi due ragazzi? Quali crimini? Può certamente darsi che abbiano imputazioni non presenti nei video, ma certamente le forze dell'ordine nel sequestrare in questo modo queste persone, che dai video sembra non abbiano sollevato alcuna violenza, non danno di loro stesse una buona immagine. Non c'è stato alcun contradditorio, non sono intervenute minimamente nel fare capire le ragioni del sequestro. Questa è l'Italia? Queste le nostre forze dell'ordine, da noi pagate con le nostre tasse, che dovrebbero proteggere la cittadinanza dai criminali? Dove il buon senso?

 

Pastiglie Leone: naturali, italiane, torinesi, senza aspartame

A fronte di notizie allarmanti e reali relative all'uso da parte di multinazionali e aziende anche minori, all'interno dei loro prodotti alimentari quali bibite, chewingum, dolci, ecc. di aspartame, si distingue l'azione di un'azienda italiana storica di Torino che realizza le famose "Pastiglie Leone" divenute ormai famosissime e che sono prive di questa temuta sostanza. Dunque le caramelle senza zucchero Leone non contengono aspartame come riportato sulle confezioni e da una risposta che ho gentilmente ricevuto:

La ringraziamo molto della Sua email che non può che farci un piacere
immenso.
L'azienda è da quando cominciò di fare le caramelle senza zuccheri che
decise di non utilizzare edulcorante sintetici (come anche i coloranti che
sono sempre naturali). Cordialmente.


Pastiglie Leone Srl
Via Italia 46
10093 Collegno (Torino)
Tel. 011 484 759
Fax 011 482 764


Questa risposta mostra una scelta ragionata, una linea di pensiero che si traduce in prodotti alimentari che cercano di tutelare il più possibile l'utente finale. Riporto qualche video informativo sull'azienda e un comunicato che mi hanno gentilmente inviato. Tra l'altro dispongono di una pagina facebook con le ultime novità.


Pastiglie Leone è sempre stata attenta nel cercare di fare prodotti naturali, buoni, ma anche funzionali ed è proprio per questo motivo che siamo stati fra i primi a creare delle linee che tenessero conto delle intolleranze alimentari.
Più di 20 anni fa nasceva la nostra Linea di caramelle Leonsnella (ora arricchita con anche il cioccolato, le gommose e le gelatine) ed allora decidemmo di utilizzare quali edulcoranti Isomalt e Maltitolo benché fossero praticamente sconosciuti in Italia e i dolcificanti di sintesi (acesulfame, aspartame ecc) non fossero ancora sotto inchiesta. All’epoca (data la legge italiana non ancora in linea con le esigenze di mercato) per vendere un prodotto “senza zucchero” bastava non mettere il saccarosio, ma si poteva utilizzare tale dicitura se veniva impiegato il fruttosio. Noi in maniera quasi pionieristica facemmo una scelta differente: puntammo sulla naturalità dei dolcificanti, decidemmo di utilizzare l’allora sconosciuto marchio internazionale “Toothfriendly” e impiegammo la dicitura “senza zuccheri” per far capire che non solo il nostro prodotto non conteneva saccarosio, ma anche fruttosio che, come ben sa, non può essere assunto da soggetti diabetici.
Sono 15 anni che collaboriamo con l’Associazione Italiana Celiachia ed infatti quasi la maggioranza dei nostri prodotti (tra cui ovviamente le mitiche pastiglie) sono inseriti nel loro prontuario.
Quando abbiamo deciso di creare una produzione di cioccolato che partisse dalle fave di cacao selezionate da noi (e che qui in azienda tostiamo e lavoriamo) abbiamo creato una linea dedicata al Cioccolato senza latte pensando a tutti quei consumatori che a causa delle tracce di quest’ultimo, non possono assaporare il cibo degli dei!
Senza poi contare la naturalità di tutti i nostri altri prodotti: le gelatine sono fatte con vera frutta, le gommose con solo gomma arabica (non utilizziamo gelatine animali o amidi modificati).

Queste scelte sono state premiate tanto che ad oggi siamo la realtà dolciaria meglio inserita nel canale erboristico dove possiamo vantare più di 1.500 clienti. Spesso siamo presenti in molte Erboristerie che non trattano alimentare e siamo orgogliosi di essere l’unico prodotto non a marchio Erbolario distribuito nei loro negozi!


Intervista di City.it

Allego un'interessante intervista del giornale cartaceo gratuito City inerente l'integrazione di bambini e ragazzi non italiani nelle nostre scuole; ritengo sia importante questa lettura e condivido questo punto di vista, segue:

Professoressa Guarnieri, è lo stessa cosa insegnare a bimbi solo italiani o ad alunni di nazionalità diverse?

Cambia molto, soprattutto se i bambini non sanno parlare bene l’italiano! Noi abbiamo dovuto rivoluzionare l’insegnamento.

Montespertoli è un comune della provincia fiorentina, non una grande città. Quanti stranieri per classe avete?

Almeno quattro. E sono sempre più numerosi. A volte arrivano in prima media che non sanno una parola d’italiano.

E voi cosa fate?

Abbiamo attivato dei laboratori misti. Nelle ore “operative”, disegno, ginnastica, musica, cerchiamo di lasciarli in classe. Quando ci sono italiano, storia, tutte quelle materie che non possono seguire se non sanno la nostra lingua, li portiamo a fare i corsi L2. Per un’ora al giorno.

Cosa significa corsi L2?

Per l’apprendimento della seconda lingua, che nel caso di una ragazzina cinese, per esempio, è proprio l’italiano. Il metodo di insegnamento è diverso: i bimbi sanno già parlare e scrivere, ma in arabo, in polacco o in filippino. Noi, allora, insegniamo loro l’italiano trasversale.

Italiano trasversale? Cos’è?

Una lingua che si impara “facendola”. Iniziamo, ad esempio, facendo misurare loro un quadrato: mostriamo cosa significa “più lungo” o “più corto”. Da lì i bimbi capiscono anche cos’è un piano. Dal piano si passa ad “aeroplano”, un mezzo che vola sul piano...

Andate per associazioni, insomma.

Sì, è così i ragazzi imparano a farlo anche da soli con le parole nuove. Che so: plani-sfero.

Non sarebbe più semplice metterli in classe separate di inserimento, come dice la Lega?

No, guardi. Intanto i bimbi polacchi, cinesi o marocchini hanno problemi diversi con la lingua. E poi i laboratori funzionano perché sono misti e il resto del tempo i bimbi lo passano in classe. Imparano dai loro compagni, con cui devono parlare quotidianamente.

Quanto tempo ci vuole perché possano interagire normalmente con gli altri?

Se partono da zero, con il metodo che abbiamo sviluppato in 10 anni di sperimentazione e aggiornamento, ci vuole il primo quadrimestre. È chiaro che ci aiuta tantissimo l’inserimento nella classe: è la classe che insegna al bambino.

Per i bambini stranieri è meglio così. Ma gli italiani non imparerebbero di più da soli?

La convivenza è un’opportunità anche per i bimbi italiani. Diventano più umani, tolleranti e collaborativi. È uno scambio alla pari. E viaggiano stando fermi: i ragazzi che vengono qui ci danno la possibilità di conoscere il mondo. È un modo per abbattere le frontiere.

Ok, è una crescita dal un punto di vista umano. E le nozioni?

Non solo: anche per i contenuti. Ho cambiato completamente il modo di insegnare la geografia, per esempio. Adesso, in prima, partiamo dal mondo: non dall’Italia. E i bimbo stranieri raccontano il loro Paese.

Funziona meglio?

Sì, perché è apprendimento vissuto. Mohammed, per esempio, spiegò che Gibilterra in arabo significa il promontorio di Tariq, dal nome di un condottiero. Un ragazzino commentò: “Siamo fortunati ad averlo in classe, ci spiega quello che sui libri non c’è: così la geografia è ganza!”.

Cosa fate quando i bimbi si portano dietro concezioni sbagliate?

Li educhiamo, come con gli altri. C’era un bimbo albanese che diceva alla sorella: “Schiava, portami la cartella”, perché era femmina. Abbiamo lavorato con tutti e due sulla parità, il senso dei diritti e dei doveri.

Nessuno sconto, quindi?

No, il pietismo fa male. Dobbiamo educare i ragazzi, non insegnare loro ad avere tutto senza dare niente.

Secondo lei di cosa ha bisogno la scuola per funzionare meglio?

Di meno discorsi e di più soldi. Ora i laboratori li facciamo perché li finanziano gli enti locali e l’istitutoo. E il materiale didattico spesso lo pago io. Non è giusto.