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Quali le sperimentazioni sulle proprietà sconosciute dell'acqua? Omeopatia in Piazza - Intervista al Prof. Vittorio Elia

L'acqua presenta una serie di proprietà impensabili. Il prof.Vittorio Elia inizierà ad illustrarcele.

 

Intervista al professor Vittorio Elia, docente di di Elettrochimica presso l'Università Federico II di Napoli, autore di alcuni studi sulle caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua.

Comprendere meglio l'omeopatia e le vaccinazioni

Il prof.Paolo Bellavite parla in questo video di omeopatia e vaccinazioni. Cerchiamo di capire di più sull'argomento anche in relazione alla teoria dell'immunità di gregge.

Prof. Paolo Bellavite Medico Ematologo, già professore di Patologia Generale presso l'Università di Verona (I); insegna all'università Ngozi (Burundi) come cooperante. Lui e il suo gruppo hanno sviluppato la ricerca sugli aspetti molecolari, cellulari e farmacologici dell'infiammazione, e gli effetti dei composti naturali sui sistemi biologici, farmacologia delle alte diluizioni (omeopatia scientifica). È autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, oltre 140 delle quali sono citate nella banca dati PubMed. www.paolobellavite.it

 

Omeopatia, storie di medici scettici che hanno cambiato idea

Erano scettici e contrari all’omeopatia, quando per un caso si sono imbattuti in questa pratica e dal loro ‘scontro-incontro’ che ha dato risultati inattesi, è nato il desiderio di approfondire e studiare. Da allora l’omeopatia è entrata a far parte del loro percorso professionale e oggi sono medici omeopati con esperienza pluridecennale.

L'omeopatia può contribuire a contrastare il Covid19? Quali documenti ufficiali di ricerche esistono a riguardo?

homeopathy
Talvolta si ritiene che l'omeopatia non possa fornire un contributo integrativo alla lotta per estirpare l'infezione Covid-19. Eppure la letteratura e i documenti di fonti autorevoli ad oggi non mancano in internet per evidenziare che della ricerca in questa direzione è stata condotta. 

0) Ci perderemo di nuovo l'opportunità?
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

1) Lotta all'omeopatia contro la malattia da coronavirus (Covid-19)
Con l'aiuto della matematica, dimostreremo che la legge terapeutica fondamentale su cui si fonda l'omeopatia può essere dimostrata.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

2) Le osservazioni suggeriscono che il trattamento omeopatico aggiuntivo può essere utile per trattare pazienti con COVID-19 confermato anche in pazienti ad alto rischio, soprattutto perché al momento non è disponibile un trattamento convenzionale per COVID-19.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

3) L'esperienza di una clinica di omeopatia pubblica italiana durante l'epidemia di COVID-19, marzo-maggio 2020
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

4) Polmonite COVID-19: un potenziale ruolo dell'omeopatia
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

5) I coronavirus a testa di idra: implicazioni di COVID-19 per l'omeopatia
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

6) Gestione ad interim di COVID-19 da parte di farmaci omeopatici riproposti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

7) Protocollo di ricerca clinica per valutare l'efficacia e la sicurezza della medicina omeopatica individualizzata nel trattamento e nella prevenzione dell'epidemia di COVID-19
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

8) Caratteristiche cliniche omeopatiche di 18 pazienti in epidemie di COVID-19 a Hong Kong
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

9) Gestione ad interim di COVID-19 da parte di farmaci omeopatici riproposti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

E vi sono anche articoli critici per cure omeopatiche legate al Covid-19:
9) Ruolo della medicina complementare e alternativa nella prevenzione e nel trattamento del COVID-19: una speranza eccessiva.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih...

I documenti indicati (maggio 2021) rappresentano solo una parte di quelli dispomibili su PubMed o ricercabili in altre fonti della rete.


La creatrice del vaccino contro la meningite B spiega il suo passaggio alla ricerca sull'omeopatia

La creatrice del vaccino contro la meningite B spiega il suo passaggio alla ricerca sull'omeopatia Creator of meningitis B vaccine explains her move into homeopathy research La créatrice du vaccin contre la méningite B explique son passage à la recherche en homéopathie Ang tagalikha ng bakuna sa meningitis B ay nagpapaliwanag sa kanyang paglipat sa homeopathy research Aivokalvontulehduksen B-rokotteen luoja selittää siirtymisensä homeopatiatutkimukseen Skapare av hjärnhinneinflammation B-vaccin förklarar hennes övergång till homeopati forskning B meningīta vakcīnas radītāja izskaidro viņas pāreju uz homeopātijas pētījumiem Die Schöpferin des Impfstoffs gegen Meningitis B erklärt ihren Einstieg in die Homöopathieforschung B-meningiidi vaktsiini looja selgitab oma liikumist homöopaatia uurimisse Die skepper van meningitis B-entstof verduidelik haar oorskakeling na navorsing oor homeopatie Krijuesi i vaksinës së meningjitit B shpjegon lëvizjen e saj në hulumtimin e homeopatisë Schëpfer vu Meningitis B Impfung erkläert hir Bewegung an Homöopathie Fuerschung La creadora de la vacuna contra la meningitis B explica su paso a la investigación de la homeopatía יוצרת חיסון דלקת קרום המוח B מסבירה את המעבר שלה למחקר הומאופתיה Criador da vacina contra meningite B explica sua mudança para a pesquisa da homeopatia Создатель вакцины от менингита B объясняет, как она занялась исследованиями в области гомеопатии مُبتكرة لقاح التهاب السحايا B تشرح انتقالها إلى أبحاث الطب المثلي

Displasia dell'anca congenita nel cane curata dal dott. Mauro Dodesini grazie a medicinali omeopatici.

 Displasia all'anca congenita nel cane, come intervenire? Il dott. Mauro Dodesini, veterinario e omeopata, spiega al TG5 un trattamento al cane. Sono ormai stati verificati sperimentalmente da numerosi veterinari nel mondo gli effetti positivi di alcune terapie omeopatiche su animali.

L'India, l'omeopatia e il Corona Virus 19: cosa si conosce a riguardo (aggiornato a maggio 2021)

In India è stato indicato che l'omeopatia sembra essere adatta, attraverso un rimedio omeopatico, Arsenicum Album, per aiutare l'organismo a prevenire l'infezione da Covid-19 come riportato in questo articolo del giornale The Hindu.

Rammentiamo inoltre che l'India è una nazione con 1,36 miliardi di persone e che la sua mortalità per Covid-19, in relazione al numero degli abitanti, è modesta se paragonata a nazioni come l'Italia o gli Stati Uniti. La mortalità in Italia per milione di abitanti è di 2000 persone, negli Stati Uniti è di 1750 persone, mentre in India è da inizio pandemia, di 150 persone circa (fonte Hopkins University - Aprile 2021).

Non sono mancate critiche a chi si oppone all'uso dell'omeopatia per questa finalità, come evidenziato da questo articolo, ritenendo il rimedio omeopatico inadatto per il fine preposto.

E' risultato, come confermato dalla rivista The Scientist, essere stata l'omeopatica un'efficace profilassi durante l'epidemia di influenza suina in India nel 2009. Infatti uno studio condotto da Robert Mathie della British Homeopathic Association e il suo gruppo, in collaborazione con il CCRH, hanno rilevato che l'album Arsenicum è riuscito a ridurre la febbre, la tosse, il naso che cola, il mal di gola e il mal di testa. In un altro studio controllato con placebo condotto dal CCRH, è stato riscontrato che anche i farmaci omeopatici riducono i sintomi simil-influenzali.

Inoltre Kalyan Banerjee, rinomato medico omeopata, afferma che potenziando il sistema immunitario del corpo, Arsenicum Album può potenzialmente ridurre la virulenza del coronavirus, mitigando così l'intensità della malattia: "Non rivendichiamo il 100% di protezione con l'album Arsenicum. Il solo fatto di prendere la medicina non funzionerà”, dice Khurana. "Devono essere prese tutte le misure generali per le infezioni trasmesse per via aerea". Aggiunge inoltre che se le persone vengono infettate, dovrebbero cercare immediatamente assistenza medica, prosegue The Scientist che pure manifesta perplessità grazie ad una email ricevuta dal dott. Edzard Ernst, professore emerito presso l'Università di Exeter nel Regno Unito e critico dell'omeopatia: "L'affermazione di alcuni omeopati secondo cui i rimedi omeopatici sono efficaci nel trattamento o nella prevenzione delle infezioni da coronavirus non si basa affatto su alcuna prova".

Eppure qualche altra rilevazione sembra mostrare segni incoraggianti. Già a dicembre 2020, questo articolo evidenzia che la dottoressa Sushanta Sarkar, membro del comitato di distribuzione, ha affermato di aver distribuito il medicinale a 50.000 famiglie nella capitale e che la medicina ha avuto successo nelle prove e nell'uso preventivo in molti Stati indiani.

Del resto lo stesso governo Indiano ha pubblicato un documento che riporta linee guida suggerite per la prevenzione del Corona Virus 19 e viene citato anche suddetto rimedio omeopatico. Un altro documento ancor più specifico, riguardante linee guida per i professionisti dell'omeopatia per profilassi e gestione sintomatica di Pazienti COVID-19 in isolamento domiciliare, cita nuovamente l'Arsenicum Album quale rimedio omeopatico utile essendo citato nella sezione "Raccomandazione di misure profilattiche per una popolazione sana". 

In India la percentuale di morti di Coronavirus in proporzione alla popolazione è dunque notevolmente inferiore rispetto ad Italia e Stati Uniti (aprile-maggio 2021) e in alcune zone tale percentuale sembra molto bassa come evidenziato in quest'articolo nel quale viene citato il Ministro della sanità dello stato indiano del Kèrala, K.K Shailaja. E’ stata insignita della menzione d’onore dell’ONU per aver ottenuto nel suo Stato una mortalità per la COVID-19 incredibilmente bassa (20 o 30 morti in tutto su 35 milioni di abitanti) grazie alla sua politica di prevenzione precoce grazie all'omeopatia. Mentre invece lo stesso ministro Shripad Naik ha evidenziato di non intendere sue parole come specificanti l'omeopatia adatta ad un trattamento.

Dunque vi sono articoli che suggeriscono che l'omeopatia abbia aiutato contro le epidemie anche da Coronavirus, ma sono stati ritrattati articoli inerenti l'argomento; sembra comunque che da noi, in Italia, la cura integrativa, preventiva anche se omeopatica sia sostanzialmente considerata una terapia che induce benefici solo tramite l'effetto placebo. Se pur anche a riguardo i pareri sono molto discordanti. Dunque essendo molto limitata e ostacolata la sperimentazione su larga scala, ritenendo il rimedio omeopatico sostanzialmente inefficace, non c'è sufficiente sperimentazione per affermarne i benefici, o l'inutilità, non essendo portata avanti, anche in ambito contenuto e sperimentale, la profilassi delle terapie preventive omeopatiche per il Corona Virus 19 in Italia a favore della soluzione unicista  preventiva vaccinale per tutta la popolazione (maggio 2021), senza altre misure preventive. Mentre in Francia l'omeopatia sembra essere ritenuta una terapia integrativa di supporto alla medicina convenzionale in oncologia, in Italia vi è sostanzialmente mancanza di sperimentazione, scetticismo manifestato apertamente anche dalla stampa e dalle ricerche di diverse testate. Dunque nonostante il governo indiano abbia rilasciato delle linee guida e riscontrato in alcuni Stati una mortalità bassa a causa di Covid 19, l'Italia che ha 1/25° della popolazione e una mortalità decisamente più preoccupante, non ha preso minimamente queste innocue direttive, visto che se di placebo e di acqua si tratta, non avrebbero comunque portato ad effetti collaterali. Perchè dunque ostacolare la sperimentazione in singole regioni italiane o in singole città di una profilassi innocua, inesistente ad effetto placebo? Intendiamo affermare che può essere vero che sia così, ma la mancanza di sperimentazione, di verifiche, il blocco, la negazione a priori, difficilmente aiutano a dimostrare un qualcosa e ad aiutare le persone. Siamo realmente sicuri che la prevenzione vaccinale sia l'unica arma preventiva a nostra disposizione



Omeopatia: «ACCORDO INDIA E ISRAELE PER SVILUPPARE LA RICERCA SCIENTIFICA IN MEDICINA OMEOPATICA»

Il patto è stato sottoscritto tra il Consiglio centrale per la ricerca in omeopatia del ministero AYUSH del Governo Federale indiano e il Centro per la medicina complementare integrativa dello Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme.

Il Center for Integrative Complementary Medicine presso il Shaare Zedek Medical Center ha firmato un patto con il Consiglio Centrale per la Ricerca in Omeopatia, Ministero dell'AYUSH in India. Il protocollo d'intesa ha lo scopo di sviluppare la cooperazione nel campo della ricerca in medicina omeopatica, compreso un gruppo di lavoro congiunto.


Durante il viaggio in India del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, ha firmato nove accordi con il Primo Ministro Narendra Modi. Il presente protocollo d'intesa è uno di quegli accordi e ha lo scopo di rafforzare la cooperazione e promuovere la ricerca nell'omeopatia, un sistema di medicina alternativa.

Test a doppio cieco per omeopatia: esistono?

Spesso vengono richiesti dei test definiti a "doppio cieco"che consistono in un modo per definire un esperimento scientifico dove viene impedito ad alcune delle persone coinvolte di conoscere informazioni che potrebbero portare a pregiudizi consci o inconsci, così da invalidarne i risultati. Il doppio cieco (triplo, eccetera) si può prospettare quando vi siano coinvolti, oltre agli sperimentatori, altri soggetti coscienti, tipicamente esseri umani. L'omeopatia non lavora sul piano fisico visto che non è presente principio attivo. Nè lavora sul piano strettamente fisico neppure l'agopuntura considerata anch'essa da valutazioni scientifiche in modo spesso superficiale e lacunoso. Ecco un link che riporta a 23 articoli dal 1981-1990 relativi a considerare.

http://drnancymalik.wordpress.com/2014/06/16/homeopathic-research-1981-1990/

Il blog del Dr. Nancy Malik


Crediti del blog.

Le critiche all'omeopatia sono sterili quando si limitano a valutare l'assenza di principio attivo senza indagare il profondo processo della dinamizzazione tramite succussione e dunque il cambio di natura del principio attivo sui granuli in materia nè biologica, nè chimica. In questo senso dovrà muoversi la scienza e la ricerca. Rivalutando l'esistenza di piani più sottili: un tempo denominato etere e sostenuto da tantissimi scienziati di fama mondiale tra i quali Nikola Tesla, Lackowsky George, Feinberg, Nieper, Reich, Marett, Todeschini, ecc. L'esperimento di Michelson Morley potrebbe essere da riconsiderare perchè lavorando sul piano fisico con fasci di luce, non è in grado di rilevare l'etere, i suoi atomi, la sua materia, e quindi non dimostra la non esistenza dell'etere. Molto promettenti a tal proposito sono gli studi del professor Craig Hogan e del suo olometro che ha l'obiettivo di investigare gli strati più fini della materia con un approccio estremamente umile da parte del direttore: quanto poco conosciamo la materia per la maggior parte oggi definita dagli stessi fisici e astronomi, "Oscura".

Altra documentazione interessante. Non dimentichiamo inoltre l'importante contributo all'omeopatia fornito dalla ricerca e dalla sperimentazione indiana, di cui un sito di riferimento è il seguente. E ancora quest'altro sito internet di ricerca scientifica in omeopatia con test a doppio cieco.

Omeopatia utilizzata come terapia su animali per malattie croniche

Sempre più persone scelgono di curarsi con l'omeopatia e la scelgono anche per i propri animali da compagnia. Quali sono le patologie degli animali curabili con l'omeopatia? Cani, gatti, cavalli e altri vengono curati efficacemente con terapie prive di effetti collaterali che forniscono risultati incoraggianti. Ce lo spiega Silia Marucelli, medico veterinario omeopata.


Come fa a non scoraggiarsi mai davanti a chi attacca l'omeopatia come se fosse stregoneria?

Risposta di Christian Boiron, presidente del Gruppo Boiron, scrittore e ricercatore, tra i principali (instancabili) responsabili della diffusione e dello sviluppo dell'omeopatia a livello mondiale. «“L'omeopatia è una formidabile opportunità per la medicina!”, come ho recentemente scritto in un articolo pubblicato sullo European Journal of Internal Medicine (Boiron C., Homeopathy, a tremendous opportunity for medicine! Eur J Intern Med. 2011;22:117-8.). Negare le migliaia di risultati ottenuti, le centinaia di milioni di pazienti che ogni giorno trovano beneficio con i medicinali omeopatici, significa essere miopi o peggio ancora prevenuti, vuol dire portare avanti una guerra ideologica e/o economica, che non fa onore né all'allopatia, né alla medicina, né alla scienza. Hahnemann ha scoperto più di 200 anni fa la farmacologia omeopatica, basata sulla legge di similitudine, sull'utilizzo di dosi infinitesimali e priva di tossicità, che ha nettamente distinto dalla farmacologia allopatica basata sull'azione antagonista, sull'utilizzo di dosi ponderali, con effetti tossici più o meno gravi (sono stimati nel mondo a circa 2 milioni l'anno i morti causati dagli effetti tossici dei farmaci allopatici, più dei decessi per incidenti stradali) (Starfield B, Is US health really the best in the world?, JAMA, 2000; 284:483-5). Ogni volta che non vi è l'urgenza di intervenire in altro modo, l'omeopatia è un'ottima strategia di prima scelta: sono tante le patologie per le quali i medicinali omeopatici hanno dimostrato la loro efficacia, per esempio oculoriniti allergiche, infezioni respiratorie recidivanti, ansia lieve, ecc. Ma anche in caso di patologie gravi o in supporto ai trattamenti in oncologia, nell'AIDS, nella chirurgia, il medicinale omeopatico viene indicato. Oggi l'omeopatia fa totalmente parte della medicina ufficiale, è prescritta da 400.000 medici nel mondo, di cui 30.000 in Italia, ed è una terapia totalmente scientifica».

Omeopatia e Tumori, l'Adjuvant plus e il prof.Zora

da un articolo de "Il Giornale": costretto a rifugiarmi in Vaticano perché aiutavo i malati di tumore di Stefano Lorenzetto - 16/11/2008. Leggi l'articolo integrale.
Il professor Giuseppe Zora, all’epoca docente all’Istituto di clinica oncologica dell’Università di Messina, e la dottoressa Anna Tarantino, biologa nel medesimo istituto, formavano una delle coppie più promettenti nel campo della ricerca sui tumori, e non certo perché erano (sono) marito e moglie. È che trent’anni fa, inoculando nei topi malati di cancro il Corynebacterium parvum, un batterio appartenente alla famiglia dell’agente patogeno che provoca la difterite, avevano constatato sorprendenti regressioni del male.
Ma poi, nel 1979, il professor Save
rio D’Aquino, direttore dell’istituto, chiese loro di sperimentare in laboratorio un siero ottenuto dalle feci e dalle urine delle capre, che gli era stato portato da un veterinario di Agropoli (Salerno), il dottor Liborio Bonifacio. «Scoprimmo che qualche effetto antitumorale sulle cavie malate lo aveva», racconta oggi il professor Zora. «L’anno dopo illustrai i risultati di quella ricerca in un convegno a Saturnia. Fu la fine. Tutto ciò che mia moglie e io avevamo fatto sino a quel momento non valeva più niente».
Ciò che avrebbero fatto di lì in avanti sarebbe valso ancora meno. Eppure il preparato, frutto delle loro ricerche, l’Imb (immunomodulante biologico), non ha niente a che fare col siero Bonifacio. È un prodotto che ha per principio attivo l’Lps, lipopolisaccaride estratto da batteri Gram-negativi, ampiamente studiato presso l’Università di Tours, in grado di supportare il paziente oncologico durante le chemio e le radioterapie.

Fu ostracismo totale. Di più: persecuzione. È passato un quarto di secolo, ma il ricordo è ancora lancinante. La coppia fu costretta a rifugiarsi in territorio vaticano, precisamente nella basilica di Santa Maria in Trastevere, che gode dell’extraterritorialità. «Io non so se questo farmaco cura il cancro, so soltanto che dinanzi a Dio e a me stesso, come uomo e sacerdote, è mio dovere accogliere questi poveretti e aiutarli», disse il parroco, don Vincenzo Paglia, l’assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio poi divenuto vescovo di Terni. I poveretti non erano soltanto i coniugi Zora ma anche i 50.000 malati che nei dieci anni successivi furono visitati e curati gratuitamente, condicio sine qua non per operare entro i confini della Santa Sede. Chi voleva, lasciava un obolo per le spese.
Ma ancora non bastava. Il professor Zora dovette subire l’onta di un arresto, passare due notti in galera, essere inquisito una decina di volte, abbandonare la cattedra di oncologia alla Sapienza di Roma. Nel 1992, per rompere l’assedio, prese con sé la famiglia – moglie e quattro figlie, di cui una oggi laureata in biologia come la madre – e riparò in Svizzera. «Dormivamo in un residence di Morcote, nel Canton Ticino, e intanto i miei avvocati si occupavano dei procedimenti penali». Non essendoci ordini di cattura che pendevano sul suo capo, da buon cittadino italiano s’è sempre presentato nelle aule di giustizia per gli interrogatori.
Il rogo era nel suo destino: è nato nel 1950 a Nola, il paese campano che diede i natali a Giordano Bruno. Da cinque anni il professor Zora è tornato a vivere sul suolo patrio. Scottato dalla drammatica esperienza, si mantiene tuttavia in zona di sicurezza: ha preso casa a Campione d’Italia, quella piccola porzione di Belpaese, appena due chilometri quadrati, incistata nel territorio della Confederazione elvetica, tra Mendrisio e Lugano. Ha istituito la Fondazione Raphael, un organismo scientifico di diritto svizzero senza scopo di lucro, con sede a Melide, per lo studio delle terapie nei tumori e nelle malattie degenerative. Ne è presidente onorario monsignor Giovanni D’Ercole, capo ufficio della sezione affari generali presso la Segreteria di Stato vaticana, che quando andava in onda sulle reti Rai fu proclamato da un sondaggio «il volto più affidabile della Tv italiana». Da quattro anni il professor Zora è tornato a insegnare nell’Università di Milano.
Nel suo ambulatorio di Campione l’uomo dell’Imb ora si fa guardare le spalle da un enorme crocifisso di porcellana che ha commissionato a un artista napoletano e dai ritratti di Giovanni Paolo II e padre Pio. Tutti gli anni va sulla tomba del santo di Pietrelcina. «L’ultima volta, attorniato da gente che soffre, gli ho chiesto: ma io che ci sto a fare qui? Non mi manca nulla. Così ho pregato per gli altri. Come prevenzione». Per anni è tornato a Roma ad assistere gratis i sieropositivi ospitati nella comunità di don Pierino Gelmini. Ogni due mesi scende fino a Sant’Antimo per visitare, sempre gratuitamente, i malati di tumore della zona di Scampia-Secondigliano. «Glielo devo: è la mia terra».
Che cosa c’entra l’Imb con il siero Bonifacio?
«Assolutamente nulla. Infatti non è stato ottenuto dalla capra ma da ceppi batterici acquisiti presso un istituto biologico statunitense. Vi sono due sentenze di proscioglimento del tribunale di Roma, una del giudice Luigi Gennaro e l’altra del giudice Mario Almerighi, che lo attestano. La seconda afferma testualmente che “la distribuzione del prodotto, non inserito nella farmacopea ufficiale ma non per questo in sé illegale, non è ricollegabile a finalità fraudolente bensì a una nota ostilità dell’industria farmaceutica”».
Quando cominciò a distribuirlo?
«I primi trattamenti su pazienti terminali consenzienti, che avevano esaurito tutte le terapie convenzionali, li feci nel 1980, riscontrando subito un miglioramento delle condizioni fisiche e un allungamento della sopravvivenza rispetto alle prognosi ufficiali. Quando Bonifacio nel 1982, ormai prossimo alla morte, smise di distribuire il suo siero, c’erano queste migliaia di malati che non sapevano dove sbattere la testa. Potevo tenere l’Imb per me? Iniziai a darglielo in un locale del quartiere Testaccio, a Roma. Arrivarono i carabinieri. Una settimana dopo ero in piazza San Pietro. Migliaia di pazienti sulla gradinata, tre ore a dispensare fiale, con i gendarmi vaticani che osservavano a debita distanza, senza intervenire. Il giorno dopo trovai ospitalità da don Paglia».
Ha mai prescritto agli oncologici di smettere le cure?
«Mai. Al contrario, spesso sono io a consigliare ai più riottosi le prime tre linee di chemioterapici. Soltanto dopo sconsiglio d’insistere».
A quanti ha allungato la vita?
«Difficile dirlo. Nessuno fa i miracoli. Ma ho pazienti che sono guariti già da 21 anni o che convivono accettabilmente col tumore. Purtroppo non ho qui tutte le cartelle cliniche: ogni volta che me le hanno sequestrate, poi non mi sono più state restituite».
Non può dimostrare se funzioni la chemio o il suo Imb.
«Vero. Però il professor Giuseppe Martines, ordinario di terapia medica all’Università di Chieti-Pescara, ha trattato con l’Imb 461 pazienti di entrambi i sessi, tra i 20 e i 70 anni, affetti da 12 diversi tipi di tumore in fase avanzata: polmone, colon, pancreas, cervello, mammella, vescica... Li ha divisi in due categorie: 307 avevano praticato chemio o radioterapia e si trovavano in progressione di malattia; 154 non si erano sottoposti a nessun trattamento a causa della gravità del male o per loro scelta. Dopo quattro anni, il 38% dei pazienti del primo gruppo e il 48% di quelli del secondo erano ancora in vita. Questo dimostra che la risposta è migliore se il sistema immunologico non è stato distrutto dai farmaci antineoplastici».
Cosa pensa dei chemioterapici?
«Rispetto ai diserbanti puri che venivano usati 25 anni fa, oggi sono molto più selettivi e meno tossici. Sono anche molto costosi. In media un solo ciclo di sei sedute per trattare un carcinoma della mammella su una donna di circa 60 chili comporta una spesa di 7.800 euro, visto che gli antineoplastici sono dosati in milligrammi e vanno rapportati al peso corporeo».
Ma se l’Imb è così efficace, perché l’industria farmaceutica non se n’è impossessata?
«Glielo racconto, perché è la verità. Tra l’82 e l’83, attraverso un amico fotografo di Catania, conosco Vito Scalia, ex ministro della Ricerca scientifica, il quale mi combina un incontro con Alberto Aleotti, proprietario della Menarini e all’epoca presidente di Farmindustria. C’incontriamo all’hotel Bernini Bristol di Roma, presente Scalia e mia moglie. Alla fine Aleotti mi dice: “Professore, a me l’Imb non interessa perché è un prodotto biologico. Non è un prodotto chimico, non è brevettabile, dunque non potrà mai essere mio”. Infatti siamo riusciti a brevettare solo il metodo di preparazione».
Ma ha ceduto il brevetto alla Ocg Ag, un’industria farmaceutica di Berna.
«Che però lo fabbrica come prodotto omeopatico, registrato nel 1996 dalle autorità sanitarie elvetiche col nome commerciale Adjuvant plus. Sono fiale da un millilitro iniettabili intramuscolo, in libera vendita in Svizzera, Germania, Austria e San Marino».
L’omeopatia usa princìpi attivi diluiti oltre il limite del numero di Avogadro. Da un punto di vista chimico questi farmaci sono giudicati dalla medicina ufficiale uno zero assoluto.
«L’Adjuvant plus è diluito in decimali, secondo le regole dell’omeopatia tedesca, quindi il principio attivo è presente. Del resto l’Oms ha codificato di recente che il lipopolisaccaride può essere somministrato solo in microgrammi, altrimenti sarebbe tossico. Lei invece sta parlando dei prodotti diluiti in centesimali, dove in effetti il principio attivo non è più presente».
I chimici attendono che gli omeopati mostrino finalmente un esperimento ripetibile, almeno uno, in modo da distinguere l’acqua normale dall’acqua omeopatica.
«Non si può codificare tutto secondo i canoni che sono stati stabiliti da Tizio o da Caio. Nelle mie fiale non c’è solo la memoria del principio attivo. C’è l’Lps».
Costeranno un occhio.
«No, 5 euro l’una».
Albert Sabin non ricavò neppure un dollaro dall’antipolio.
«Noi lo stesso. La Ocg Ag patrocina soltanto le ricerche scientifiche della Fondazione Raphael. Vivo della mia professione».
E quanto si fa pagare?
«Una normale parcella: 150 euro la prima visita e 100 quelle successive. Bambini e indigenti non hanno mai pagato».
Scusi se insisto, ma spesso mi sono imbattuto in speculazioni economiche sulla pelle dei malati.
«Capisco. Vivo alla luce del sole. Dichiaro 90.000 euro annui di reddito. Mai avuto accertamenti della Finanza. Mai un’accusa per truffa o per lesioni».
Quanti procedimenti giudiziari?
«Una decina. Sono sempre venuti a testimoniare in mio favore i pazienti. Sette-otto archiviazioni. Una sola condanna per detenzione di medicinale non autorizzato».
Dimentica l’arresto.
«Dalla domenica sera al martedì, in seguito al sequestro dell’Imb da parte dei Nas di Firenze. Un’esperienza traumatica ma anche utile. Mi rinchiusero nella prigione di Arezzo con gli abiti che avevo addosso. Alle 20, durante l’ora d’aria, fui avvicinato da decine di detenuti. Sapevano già tutto. Radio Scarpa funziona. Mi offrirono pigiama e spazzolino da denti nuovi di zecca, cucinarono per me. Sono cose che non si dimenticano».
Nessuno la difese?
«Carlo Taormina, perché era il mio avvocato. E poi i radicali: Emma Bonino, Mauro Mellini, Marco Taradash, Adele Faccio».
Ha ancora processi in ballo?
«Neanche uno».
S’è dato una spiegazione dei suoi guai giudiziari?
«Avevo dimostrato con una ricerca seria in ambito universitario, avallata dal direttore d’istituto professor D’Aquino, che il siero Bonifacio non era acqua fresca, come invece aveva sentenziato nel 1970 la commissione presieduta dall’onorevole Pietro Bucalossi, direttore dell’Istituto dei tumori di Milano, dopo una sperimentazione di soli 16 giorni su appena otto pazienti in fase preagonica. Il che spiega anche perché una seconda commissione istituita dal ministro Renato Altissimo, e nella quale sedevano il farmacologo Silvio Garattini e altri luminari, anni dopo bocciò senza appello la sperimentazione dell’Imb, sostenendo che non vi erano i presupposti scientifici per avviarla. Almeno al professor Luigi Di Bella la sperimentazione fu concessa».
Ha conosciuto Di Bella?
«Nel 1979, dunque in tempi non sospetti. Gli portai a Modena i risultati dei test condotti con l’Imb sulle cavie. Mi spronò a proseguire sulla strada intrapresa».
E Bonifacio l’ha conosciuto?
«Sì. Lo considero il padre dell’immunologia biologica. Ebbe l’intuizione di riprendere gli studi condotti nell’anno Mille dalla fiorente scuola medica di Salerno, che guariva le malformazioni cutanee con una concrezione di feci caprine chiamata belzoar. Lui ne ricavò una pozione da iniettare per via intramuscolare».
Ma fu osteggiato.
«È la sorte dei pionieri. Mia moglie studia da anni la cartilagine di squalo, finora ridicolizzata dalla medicina ufficiale. In polvere, diluita e iniettata negli animali, ha dimostrato di ridurre la massa cancerosa e di rallentarne la crescita perché blocca l’irrorazione sanguigna del tumore. Ricorda il clamore suscitato dalla scoperta del professor Judah Folkman? Due proteine, endostatina e angiostatina, decisive nella lotta al cancro perché impediscono la vascolarizzazione dei tumori. Guarda caso sono contenute nella cartilagine di squalo».
S’è fatto un’idea del perché un organismo sviluppa il cancro e un altro no?
«Uno se lo porta dietro geneticamente e l’altro no. Questo non significa che esploda in ogni caso. Vi sono fattori scatenanti».
Quali?
«Inquinamento ambientale, alimentazione, sconvolgimenti emotivi. Ma al primo posto metterei lo stress. Lo stress ci uccide, fa scempio dei nostri equilibri. La vita si regge su quattro mattoni: neuro, psico, endocrino, immuno. Cede uno, e viene giù tutto l’edificio».
Ha mai avuto parenti colpiti dal cancro?
«Mia madre nel 1970. Un tumore della mammella avanzato. Avevo scelto di fare il ginecologo, ma sono diventato oncologo per questo. I suoi due fratelli, medici, insistevano perché si sottoponesse a chemio e radioterapia. Non volle far nulla. È morta nel 2002 a 87 anni. Di ictus».

Ulteriori informazioni si possono leggere qui.



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Gianfrancesco Valsè Pantellini e l'ascorbato di potassio


Omeopatia e due forum

Leggevo in internet per trovare informazioni sull'omeopatia. Come spesso accade in internet, si trovano commenti spesso fuori luogo e assai superficiali, dei banali link al "Cicap" che porta avanti l'idea di "Credere che l'omeopatia non funzioni". Il fatto poi che al "Cicap" siano iscritti eminenti scienziati non vuol proprio dire molto a mio avviso: i nomi altisonanti a me dicono poco, visto che nella storia vi furono altrettanti nomi altisonanti che la pensavano diversamente.

Dipende su che piano si lavora: non è detto che un bravo chirurgo sappia concepire qualcos'altro oltre le cellule fisiche che taglia e opera e che conosce molto bene. Dipende. La dott.ssa chirurgo e medico omeopata dalla quale sono stato aveva una visione un po' più ampia della medicina e del curare il prossimo risalendo all'origine del problema, per risolverlo e non mettervi un tampone come invece stavano cercando di fare con me in quanto mi sentivo debole e sempre stanco a fine giornata. Il problema di base, non l'unico, era un'intolleranza alimentare, individuata grazie al Vega-Test. Strumento che, io stesso ho verificato, non tutti i medici sanno utilizzare allo stesso modo, il che non significa che questo apparecchio non funzioni! Tutt'altro!

Affermazione quantomai bugiarda il credere l'omeopatia sia solo un placebo, visto che numerosissimi sono i casi di cura di bambini o anche di animali, nella veterinaria, tramite la somministrazione di medicinali omeopatici e ci si chiede dove possa essere presente per l'animale l'effetto placebo?

Eppure lo si cita con post assai spesso in post superficiali. Non si tratta di credere, ma di sperimentare in prima persona, documentarsi o avere dei racconti di prima mano di sperimentazioni, cure omeopatiche. A me l'omeopatia ha dato moltissimo e non la conoscevo, mi sono avvicinato ad essa senza pregiudizi: è una metodologia di cura meravigliosa e, generalmente, senza effetti collaterali di alcun tipo.

Comunque riporto il link a due forum, il primo di medici e il secondo di persone legate al "deterministico" mondo informatico nel quale tutt'ora io lavoro, persone con differenti opinioni.

Mentre io continuo ad affermare la sua validità sperimentale sulla mia persona e il senso, la logica e la sperimentazione di Samuel Hahnemann. E un giorno arriverà la dimostrazione scientifica della validità dell'omeopatia. E' questione di tempo.

APO Italia risponde ai tendenziosi allarmismi del prof Garattini

Leggo dal sito www.disinformazione.it e riproduco integralmente in quanto condivido le informazioni riportate:

Comunicato Stampa di APO Italia (Associazione Pazienti Omeopatici) in risposta alle dichiarazioni del Prof. Garattini riportate dal 8 ottobre u.s. su TV e quotidiani

APO Italia risponde ai tendenziosi allarmismi del prof. Garattini
Perché ad intervenire sui giornali sono sempre le stesse "autorevoli" persone appartenenti alla Medicina classica?
Perchè si dà voce solo agli stessi personaggi?
Perchè si vuole intimorire "il grande pubblico" con affermazioni del tipo: "le medicine alternative possono avere effetti letali"?
Mentre ammiriamo lo scrupolo con il quale il farmacologo Garattini esprime il suo giudizio negativo sull'efficacia terapeutica dell'Omeopatia e di altre medicine complementari, noi pazienti di APO Italia - grande schiera di aspiranti suicidi, sic! (quasi il 20% della popolazione italiana si affida alle cure dei medici chiamati, dall'emerito signore, "alternativi") - vorremmo rassicurarlo del fatto che non scambiamo un innocuo globuletto di "acqua fresca" per un rimedio efficace, perchè sappiamo benissimo che "non è acqua fresca" ma un farmaco a tutti gli effetti, dato che lo sperimentiamo sulla nostra pelle da tantissimi anni, curando patologie di tutti i tipi, anche quelle che la medicina accademica ritiene che l'omeopatia non sia in grado di curare. Vorremmo, inoltre, indirizzare l'attenzione del professore sul fatto che i pazienti omeopatici (colti, residenti soprattutto al nord o al centro Italia - dati ISTAT) sono stanchi ed indignati di sentir ripetere sempre la stessa tiritera. Si ritira fuori "il caso"di un bambino, purtroppo morto nel 2006 per una patologia infausta, addebitandone il decesso alle medicine "alternative"; mentre non si danno quasi mai notizie di centinaia, direi migliaia di morti dovute all'impotenza della medicina classica. Avete forse letto qualche volta sui giornali delle infinite guarigioni ottenute grazie proprio alla medicina omeopatica? Mai! Noi, pazienti omeopatici, ci chiediamo ancora una volta come mai ci siano ancora taluni farmacologi che insistono a spargere tendenziosi allarmismi... "di parte"! Ma quali interessi intercorrono che possano spiegare questo accanito ostracismo ad una Medicina dolce, economica, non violenta e non tossica? Sono a conoscenza costoro che i medici che praticano la Medicina omeopatica sono laureati in Medicina e Chirurgia, specializzati e, talvolta, con più di una laurea? Sono a conoscenza, costoro, che in molti Paesi europei come Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio, ecc., questa Medicina non soltanto è riconosciuta ma è anche parzialmente rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale? O ritengono che i loro governanti non abbiano a cuore la salute dei cittadini? Detto questo, il nostro augurio - al contrario di quanto chiede il Professore - è che la Medicina omeopatica sia regolamentata ed al più presto riconosciuta dal SSN (come avvenuto nella Regione Toscana dove, grazie ad una amministrazione sensibile, i cittadini sono riusciti ad ottenere prestazioni di medicina: omeopatica, fitoterapica ed agopuntura nel SSR, integrandole con quella accademica). Ciò ad evitare che improvvisatori e ciarlatani - o persone senza una laurea in medicina, oppure senza conoscenza della materia, pratichino abusivamente questa preziosa e indispensabile terapia senza esserne all'altezza.

Daniela Salvucci
Vicepresidente APO Italia
Associazione Pazienti Omeopatici
www.apoitalia.it

L'influenza e l'omeopatia: un approccio differente

Dal sito di Giovanni Angile, ricopio alcune informazioni sull'influenza che, da paziente, condivido pienamente.

L'influenza

È una malattia dovuta a mixovirus di tre tipi (A, B, C) e vari sottotipi (A1, A2, B1, B2 ecc.). Può essere contagiosa e avere carattere d'epidemia. Si presenta con febbre alta, spossatezza e cefalea. Questi sintomi possono accompagnarsi a disturbi dell'apparato respiratorio, quali riniti, faringo-tonsilliti, tracheiti, otiti, bronchiti e disturbi intestinali quali coliti, stipsi, diarrea, crampi. I virus penetrano in tutti noi, dato che sono nell'aria. Perché alcuni si ammalano ed altri no?
Non è il virus, ma l'accumulo di tossine che ci fa ammalare.
Il virus è solo il tramite col quale il corpo tende a depurarsi. Quale mezzo migliore della febbre che brucia tutto?
Col termine "tossine" comprendiamo tutto quello che ci intossica, sia a livello fisico con l'alimentazione, l'aria inquinata, le sostanze velenose con cui entriamo in contatto anche attraverso la cute; sia a livello psichico con lo stress, le difficoltà nei rapporti, all'interno della famiglia, sul lavoro, nella scuola, con gli amici. Tutto questo porta ad una condizione di stanchezza della quale più volte non ci accorgiamo.
Quando siamo stanchi, cosa possiamo fare? Riposare. Il corpo lo fa per noi, ammalandosi, perché sente il bisogno di riposo fisico e psichico.


... prosegue ...

Ricerchiamo allora mezzi sempre più "veloci" per star meglio quali antibiotici, antipiretici, antinfiammatori, cortisonici, vaccini, e non ci accorgiamo che così ci intossichiamo di più e alla fine siamo più spossati giacché i farmaci chimici ci provocano delle complicanze che si possono trasformare in altre malattie.
L'Omeopatia ha invece la possibilità di agire in modo dolce e altrettanto veloce della Medicina tradizionale senza lasciare residui di intossicazione. Ricordo, con piacere, che una volta avevo prescritto Arsenicum Album 30 CH ad un paziente per un'influenza intestinale che si era presentata in forma epidemica nella zona in cui abitava. È guarito dopo due sole somministrazioni e dato che aveva usato solo sei granuli (un tubo ne contiene 80 circa), ha pensato di passare il tubetto di Arsenicum ai suoi amici del vicinato e tutti sono stati subito meglio.

Omeopatia, cultura medica popolare

Vorrei condividere con voi questo brano tratto da: http://www.mednat.org/cure_natur/omeopatia_comeprodotti.htm

Scritto nel 1787, ma quando mai attuale nei confronti della medicina e della somministrazione di farmaci in massa (senza voler generalizzare, ma ad esempio i vaccini sui quali oggi c'è una più profonda consapevolezza).

"Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone,
e la negazione di uguali privilegi alle altre “arti”, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica".
(By Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA - 17 Sett 1787)